Casa, sì ma quale? (convegno)
Domanda e offerta abitativa tra politiche pubbliche e mercato. Intervento del Presidente di APPC al convegno di Bergamo nella bellissima sala civica del comune di Bergamo, presenti tra gli altri il sindaco Gori, l’assessore regionale Paolo Franco, l’assessore comunale Valesini.
Un dato preoccupa il sindaco di Bergamo: la scarsa disponibilità di abitazioni in locazione a fronte di un patrimonio immobiliare locabile di oltre 10 mila case che sono vuote (il 14% di tutto il patrimonio immobiliare disponibile).
I contratti di locazione a canone concordato e quindi con affitto contenuto a fronte di agevolazioni fiscali sono stati 2.200 pari al 18% dei contratti di locazione.
La preoccupazione del sindaco è legata alla destinazione prevalente delle case agli affitti brevi e B&B sottraendo le abitazioni al mercato locativo ordinario.
Il presidente di Appc ha voluto dare un mio contributo sui temi del convegno individuando 19 punti dove si evidenziano problemi, ma anche ipotesi di soluzioni.
Tra i presenti oltre il sindaco anche l’architetto Alessandro Musitelli , un urbanista di grande livello che opera in tutto il nord Italia.
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Contributo del Presidente Nazionale APPC al convegno “Casa, sì ma quale?”
Palazzo Frizzoni Bergamo 28_11_23
L’Associazione Piccoli Proprietari Case (APPC) vuole fornire all’amministrazione comunale e alle altre associazioni di categoria dei punti di confronto programmatico costruttivo per affrontare con serietà il problema delle abitazioni, della vivibilità della città e della mobilità.
La nuova dirigenza nazionale di Appc ha fatto la scelta di elaborare proposte, su temi concreti, dirette a indicare soluzioni nell’interesse complessivo del paese.
La nostra non è quindi una associazione portatrice di interessi corporativi, al contrario vuol fare recuperare un ruolo sociale alla piccola proprietà così come previsto dalla nostra costituzione.
La piccola proprietà immobiliare va difesa perché è frutto di risparmio e sacrifici generazionali tipici del popolo italiano. Un risparmio, consolidato in beni immobili, che va protetto e tutelato e non può essere oggetto di una imposizione fiscale che di fatto è di tipo patrimoniale, ricorrente e quindi che assume un connotato espropriativo.
I temi su cui Appc intende misurarsi con le amministrazioni e le altre associazioni:
- Tassa rifiuti e raccolta differenziata. Occorre passare dalla tassazione indiscriminata alla tassazione in base al costo individuale. L’obiettivo è semplice: pagare in base alla quantità di rifiuti indifferenziati prodotti e gettati nella spazzatura. La tariffa puntuale è questo: un prezzo che nasce dal sistema di calcolo dei rifiuti prodotti dal singolo cittadino. Una tariffa figlia quindi di una gestione rifiuti che si prefigge di calcolare il reale volume e peso dei singoli svuotamenti dell’utenza. L’utente paga per quanto rifiuto indifferenziato produce: quindi meno rifiuti indifferenziati produce, meno spende. Un modo per ridurre i costi ambientali ed economici e al tempo stesso rendere più equa una tassa che sino ad oggi si è basata esclusivamente sulle dimensioni dell’immobile e il numero di utenti, penalizzando molte famiglie a basso reddito.
- Sicurezza urbana. Le periferie non possono essere lasciate in abbandono, la sicurezza e il rispetto delle regole da parte di tutti aiutano alla tolleranza e all’accoglienza. Le occupazioni abusive, il degrado di interi edifici e quartieri, in cui i cittadini vengono lasciati in ostaggio della criminalità, vanno evitati
- Decoro architettonico. E’ un bene non solo estetico, ma sociale. Vanno trovati strumenti di recupero utilizzando fonti finanziarie che potrebbero rendersi disponibili razionalizzando la spesa pubblica e invogliando i privati a iniziative di recupero edilizio con la riduzione di oneri e di tasse immobiliari (occupazione suolo pubblico, oneri di urbanizzazione, Imu ecc.)
- Video sorveglianza. La video sorveglianza è uno strumento che se ben congegnato riduce i reati e i comportamenti asociali.
- Baratto amministrativo. Una legge del 2016, mai applicata, consente ai comuni di attivare convenzioni con le quali, a fronte della assunzione della gestione di taluni servizi (raccolta rifiuti, cura parchi, sicurezza ecc.), le comunità (associazioni di cittadini, condomini ecc.) possano godere di benefici nella riduzione delle imposte.
- Canoni agevolati. Gli accordi territoriali, sottoscritti in base al DM 16/01/2017, consentono di stipulare contratti con canoni concordati; si tratta di renderli operativi in concreto.
- Sostegno ai conduttori in difficoltà economica. Là dove la difficoltà a pagare il canone di locazione è “incolpevole” in quanto legata ad oggettive difficoltà economiche del conduttore il godimento della disponibilità dell’immobile deve essere garantito con l’assunzione degli oneri economici da parte dell’ente pubblico. La difficoltà nel disporre di un alloggio idoneo alle esigenze primarie di vita va socializzata e non lasciata sulle spalle dei singoli proprietari.
- Contratti di locazione provvisori. L’art. 1 comma 3 della legge n. 431/98 prevede la possibilità di stipulare contratti di locazione con gli “enti locali” in qualità di conduttori per soddisfare esigenze abitative di carattere transitorio in base alle sole previsioni codicistiche. Uno strumento questo usato poco dagli enti pubblici, ma che potrebbe consentire ai conduttori in stato di bisogno e privi di mezzi di disporre di un immobile e ai proprietari di concedere l’immobile a fronte di un canone di modesta entità, ma con la garanzia dell’adempimento e della liberazione alla scadenza.
- Locazioni brevi. La città non può trasformarsi in un albergo diffuso, occorre trovare strumenti idonei a evitare lo svuotamento del centro, ma anche della periferia e dare risposta al bene primario che è il diritto ad avere una abitazione decorosa. E’ possibile trovare soluzioni concordate coinvolgimento le parti sociali e l’ente locale. La proposta del ministro Santanchè che sposa acriticamente gli interessi di chi protegge la grande proprietà è non solo asfittica , ma portatrice di conflitti sociali e spinge alla concentrazione in poche mani del patrimonio immobiliare. Va tutelato tra l’altro il diritto degli studenti universitari a vivere nella città sede degli studi.
- Movida. Il diritto al divertimento non può tramutarsi nel sovvertimento del diritto al riposo. E’ necessario un impegno da parte del comune, degli esercenti e degli abitanti per gestire e mediare i reciproci interessi ed esigenze.
- Periferia e centro. Gli abitanti della periferia pagano le imposte come gli abitanti del centro storico. Ad essi va riconosciuto un pari diritto a godere delle iniziative del comune, prevedendo un percorso “inclusivo” a tutte le realtà territoriali.
- Piste ciclabili e pedonali. Le piste pedonali non debbono essere dei sentieri che si interrompono oppure non protetti dal traffico veicolare. Le piste ciclabili e i parchi vanno protetti da un sistema efficace di video sorveglianza attiva.
- Internet e diffusione della accessibilità. Il proprietario consapevole e informato è il cittadino integrato. Vanno agevolati corsi di aggiornamento e formazione finalizzati alla digitalizzazione della popolazione anziana. Va affrontata la nuova sfida dello smartworking e l’offerta di servizi all’interno dei complessi residenziali (l’Italia è all’ultimo posto in Europa). Una prima linea di azione prevista dal PNRR riguarda interventi di valorizzazione di siti storici e culturali, volti a migliorare capacità attrattiva, sicurezza e accessibilità dei luoghi. Gli interventi sono dedicati non solo ai “grandi attrattori”, ma anche alla tutela e alla valorizzazione dei siti minori (ad esempio i “borghi”), nonché alla rigenerazione delle periferie urbane, valorizzando luoghi identitari e rafforzando al tempo stesso il tessuto sociale del territorio.
- Teleriscaldamento. Va affrontato seriamente il problema della solidarietà tra le utenze passando alla parziarietà delle obbligazioni.
- Controlli della qualità dell’acqua. Per i controlli sulla qualità dell’acqua disposti dal Decreto Legislativo 23 febbraio 2023 n 18 è necessario sgravare dai costi i cittadini chiedendo ad A2A di farsene interamente carico.
- Ambiente e fonti rinnovabili. Una comunità di consumo proprio è un raggruppamento contrattuale tra più parti che utilizzano congiuntamente l’energia green autoprodotta. Vanno promosse ed agevolate le comunità energetiche sia a livello privato che coinvolgendo gli enti pubblici. Il caro energia può essere contrastato proprio attraverso appositi strumenti giuridici che permettano la installazione di fonti energetiche green e favoriscano la costituzione di gruppi di consumo volontari (condomini, associazioni di cittadini, associazioni imprenditoriali). Il verde pubblico deve diventare un progetto specifico nei programmi delle amministrazioni comunali prevedendo specifici investimenti.
- Aree dismesse. La presenza anche in prossimità del centro di aree industriali dismesse deve preoccupare l’amministrazione comunale individuando progetti che siano finalizzati al recupero di dotazioni urbanistiche abitative finalizzate alla locazione accessibile. Un progetto che preveda una partecipazione del privato capace di autofinanziarsi destinando alla locazione una alta percentuale degli spazi e per un tempo destinazione di diversi decenni.
- Fondo morosità. Va studiata l’ipotesi di costituzione di un fondo per sostenere la morosità attraverso la partecipazione di un contributo a carico di locatori, conduttori ed ente locale.
- Locazioni commerciali. Si dovrebbero prevedere accordi territoriali che a fronte di canoni concordati prevedano riduzione di imposte.
- Rigenerazione urbana. Anche a livello locale e in attesa di una legge nazionale è possibile iniziare una riflessione sul tema
In attesa di riscontro si porgono distinti saluti.
Presidente Nazionale APPC
Dr. Vincenzo Vecchio